Recenzja ++ – Sounds Behind The Corner
Spettacolari e pirotecnici, i Trupa Trupa sono una band underground della Polonia chiusa tra due mondi, quello tedesco ad occidente, il mondo baltico ad oriente, la Polonia di Gdańsk, per noi Danzica, bellezza urbana che si specchia nel Baltico, culla di fermenti industriali ed artistici di cui i quattro ragazzi dei Trupa Trupa sono degni rappresentanti.
Apriamo loro una finestra presso le nostre cronache musicali, finestra voluta perché vi offriamo un album ricco di spunti, brillante e ben progettato, istintivo perché frutto di animali del rock, ponderato e moderna sinfonia d’avanguardia underground con tanti riferimenti e poche certezze, menti fresche ed aperte per nuove tendenze artistiche e la Polonia in questo, negli ultimi anni, è diventata traino europeo, anche se la sua voce è flebile ed a fatica riesce a far giungere echi e produzioni sino al nostro pigro mediterraneo.
Una lezione per tanti musicisti anche alle nostre latitudini…
Rock alternativo che in se ha semi di garage e psichedelia, ed in questo molte band avrebbero scritto canzoni su canzoni ma il punto forte dei Trupa Trupa è una tracklist mai scontata ed alcuni interessanti inserimenti di sax grazie a Mikolaj Trzaska, tra i suoi confini ammirato brass-man, un piccolo, elegante tocco d’avant-gard jazz con poche improvvisazioni che brilla tra le note di “++”.
Ne è ottimo modello l’opener “I Hate” (a proposito i testi sono in inglese e ciò dev’essere incoraggiamento ovunque per una band che con tutte le forze che possiede cerca l’apertura extra-territoriale), progressiva ma pronta a cangiare le tinte, smorzandosi in notturni shoegaze minimali e lì il sax diviene animale notturno per metropoli vuote, note che vagano con il fiato del musicista tra vie e docks, lampioni arrugginiti, disperazioni dall’alito alcolico.
Per dimenticare o per non farlo, la musica dei Trupa Trupa è maledetta ma viva, la successiva “Felicy” è il pigro passeggiare al crepuscolo tra le vie ancora spopolate, riempite dai picking di chitarra, dalle note sparse di un basso soporifero, sornione.
“Sunny Day” è psichedelica, un blues post-moderno che si estende ancora una volta in midtempi ritmici ‘jazzati’ quel tanto che basta a dare brio, senza mediocrità, sangue rock scuro e denso, suono ricco che cresce d’intensità per tornare pigro inaspettatamente, o spegnersi in una dolente ballata, “Influence”, ricordando vagamente Get Well Soon, Berlino non è poi così lontana, fermenti che marciano verso il progresso dell’Arte alternativa.
Registrato in una location singolare, la nuova sinagoga di Danzica, “++” ha già convinto il pubblico locale, apprezzato all’OFF Festival di Katowice, pronto a scivolare al di fuori dei confini polacchi per incontrare gli amanti dell’indie-rock di tutta Europa, di tutti coloro che nella musica cercano impulsi che guardano a chi di estro ne fa musica.